Onorevoli Musulmani!
Siamo nell'anno 1440 del calendario Hijrii, il quale inizia con il mese di Muharram. Muharram è un mese ricco di saggezza e misericordia qualificato dal Messaggero di Allah (pbsl) come "Degno di riverenza" [1]. Il nostro Profeta (pbsl) affermando "Il digiuno più virtuoso dopo quello del mese di Ramadan è quello praticato nel mese di Muharram"[2] risalta le benedizioni morali di questo mese. Ciò nonostante raccomanda alla propria ummah di fare il digiuno nel giorno dell'Asura, corrispondente al decimo giorno del Muharram, accompagnato dal giorno precedente o successivo. [3]
Cari Credenti!
Muharram è al contempo il triste ricordo di Karbela… E' la nostalgia provata per la mancanza di una goccia d'acqua nei deserti… E' la stagione di nostalgia dei cuori colmi dell'Ahl al-Bayt (famigliari del Profeta), i quali cuori gemono nel pronunciare "Ah mio Husayn"… E' l'insieme delle lacrime cadute quando Husayn, Seyyed al-Shohada (ra), e i suoi compagni furono martirizzati brutalmente.
Quel Husayn che era il caro nipote dell'Inviato di Allah (pbsl), quindi membro del suo Ahl al-Bayt. Il quale era il caro di Aliyyu'l-Murtaza e di Fatimatu'z-Zahra. Era il giovane cui il Profeta Compassionevole lo stringeva tra le sue braccia dicendo "Il mio fiore sulla terra, il mio basilico"[4] e che descriveva come il signore dei giovani del paradiso[5]. Quel Husayn che era rappresentante perfetto sia di una nobile morale sulla via di Allah sia di una presa di posizione degna al di sopra dei secoli.
Cari Musulmani!
Karbela è un dolore comune a tutta la ummah qualunque sia la sua setta, i suoi modi di fare e/o la sua mentalità. E' un dolore afflitto per ogni Musulmano che crede in Allah e nel suo Inviato e che prova amore per l' Ahl al-Bayt. Quasi in tutte le case della nostra pregiata nazione vi sono un Hassan, un Husayn, un Ali, una Fatima o comunque si prova un amore appassionato per i figli del Messaggero, quindi l'amore per Ahl al-Bayt continua ad aumentare sempre di più con il passare dei secoli. Il nostro popolo continua a provare questo amore nel profondo del proprio cuore.
Cari Credenti!
Noi, che nel frattempo proviamo il dolore per l'evento di Kerbala, siamo obbligati a leggere e a prendere una lezione da questo evento esemplare affinché questi dolori non si ripetano nuovamente.
La prima lezione che dobbiamo imparare da Kerbala è che dovremmo trasformarlo in una fonte di unione tra i cuori, considerandolo come un'occasione per l'unicità e la fraternità e non trattarlo come un evento di separazione e lontananza. Il tutto condividendo tra di noi la gioia e la preoccupazione, il dialogo e le difficoltà. Consiste nell'essere legati tra di noi, dando orecchio al seguente comando del nostro Sublime Signore "E non siate come coloro che si sono divisi, opposti gli uni agli altri, dopo che ricevettero le prove."[6] Comporta quindi nell'aggrapparsi all'unità, contro la sedizione, la malizia e la discordia e nel non dare un'opportunità a coloro che mirano alla nostra fraternità.
Cari Musulmani!
Un'altra lezione che dobbiamo apprendere da Kerbela è essere al corrente che il sentiero per la quale Husayn (ra) e i suoi compagni diedero la propria vita è quello del nostro Profeta Glorioso e Onorevole. Così come ribadito da Ali (ra), bisogna obbedire ai fard, ed in particolare essere sensibili riguardo alla preghiera quotidiana, la quale permette di avvicinarsi ad Allah. Consiste nel comprendere correttamente i principi fondamentali dell'Islam, agli ordini e alle condizioni proprio come Husayn (ra). Consta nell'innalzare la rettitudine, la giustizia, l'amore, la compassione, la misericordia, bloccando la malvagità e propagando la bontà. Proprio come raccomanda Veli, il grande autore del Makalat, consiste nell'essere umili come la terra nei rapporti umani, nell'esaminare tutti nella stessa maniera e non biasimare nessuno. Non bisogna lasciarsi ingannare dalla farsa del mondo mentre serve cercare sempre il compiacimento dell'Unico. Prendere una posizione ferma di fronte all'ingiustizia e all'oppressione e quando necessario correre al martirio per via di Allah.
Con l'occasione vorrei commemorare con misericordia, gratitudine e riconoscenza dapprima il primario dei martiri il nostro Imam Husayn e l' Ahl al-Bayt di Mustafa e a seguire tutti i martiri che hanno sacrificato la propria vita per la loro religione, la fede, la nazione e quanto ritenuto sacro.
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[1] Müslim, Sıyâm, 203.
[2] Müslim, Sıyâm, 202.
[3] İbn Hanbel, I, 240.
[4] Tirmizi, Birr, 11.
[5] Tirmizi, Menakıb, 30.
[6] Âl-i İmrân, 3/105.
Direzione Generale dei Servizi Religiosi